MONZA – “QUERELE TEMERARIE ” PER SPAVENTARE I GIORNALISTI

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MONZA – “QUERELE TEMERARIE ” PER SPAVENTARE I GIORNALISTI

MONZA- La senatrice Lucrezia Ricchiuti , membro della Commissione Parlamentare Antimafia sa bene che gli strumenti legali possono facilmente essere utilizzati dai poteri criminali in connubio con la cattiva politica per evitare che notizie scomode possano diffondersi. Capita anche nelle regioni settentrionali ed è capitato anche in Brianza, dove, pleonastico ribadirlo, la presenza mafiosa è radicata quasi come nelle regioni di origine e questo incide anche sulla libertà di stampa.

“A fronte del diritto di cronaca e del correlativo diritto a essere informati, entrambi essenziali per una società democratica e riconosciuti dalla nostra consolidata giurisprudenza, sta una ritrosia e un’ostilità delle persone cui la cronaca si riferisce, le quali spesso reagiscono con azioni giudiziarie tanto pretestuose quanto minacciose”, si legge nel Disegno di legge.

Ricchiuti prende ad esempio paradigmatico il caso della nota giornalista di inchiesta Milena Gabanelli, la cui attività è stata più volte contrastata con azioni giudiziarie penali (querele) e civili (richieste risarcitorie) evidentemente sproporzionate ed esplicitamente intimidatorie. Esistono poteri (privati o pubblici) che hanno la possibilità di pagare stuoli di avvocati che operano con il solo scopo di far apparire fondate le accuse rendendo la vita impossibile ai cronisti e mettendo a dura prova la stabilità dei giornali. La recente relazione della Commissione d’inchiesta sulle intimidazioni ai giornalisti del deputato Claudio Fava ha definitivamente chiarito come delle querele si servono anche le organizzazioni criminali per minacciare “legalmente” i giornalisti che indagano sui traffici illeciti delle cosche.
“A tutto questo – continua la senatrice Ricchiuti – si aggiunga che molto di frequente i giornalisti d’inchiesta sono giovani senza contratto a tempo indeterminato, che vengono pagati a pezzo e che vivono da anni nel precariato e nell’incertezza”. “Spaventare queste persone – insiste la senatrice brianzola – è purtroppo assai agevole. Meno frequenti ma ugualmente non pochi i luminosi casi di quanti hanno resistito”. Ricchiuti cita, tra i vari, Lirio AbbateGiovanni TizianAgostino PantanoEster Càstano. La proposta di legge “è volta a recepire in questo campo il principio per cui un’azione giudiziaria palesemente in contrasto con il diritto vivente, vale a dire con i principi di diritto consolidati nelle giurisdizioni superiori, è inammissibile e – nel nostro caso – illecita”. Con un duplice obiettivo: da un lato, uno scopo deflattivo del carico giudiziario, perché prevede l’inammissibilità dell’azione o l’improcedibilità del procedimento penale; dall’altro, una specifica mira preventiva e deterrente contro chi vuole ostacolare l’esercizio serio e rigoroso del diritto di cronaca.

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